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Lavis, 9 aprile 2004 LAVIS. Diciassette candidati, 9 donne e 8 uomini, età media 36 anni, tutte «persone di area» - come le definisce il coordinatore Fulvio Forrer - «ma quasi nessuna impegnata in passato con i Verdi». Da qui il nome della lista: “Verdi e democratici per l’Ulivo” che è un «segno di apertura, senza voler etichettare nessuno». Una lista che segna l’uscita degli ambientalisti da Intesa progressista. Alle amministrative del 9 maggio correranno con un simbolo proprio, anche se nell’ambito della coalizione di centrosinistra. Una scelta dettata da una constatazione: «Nella passata legislatura - dice Forrer - una serie di questioni hanno trovato un peso che noi abbiamo giudicato insufficiente». Ma il coordinatore si affretta a precisare che non si tratta di una scelta polemica: la fuoriuscita dall’Intesa «non è frutto di un atteggiamento separatista, quanto uno stimolo per essere più efficaci su alcuni temi che ci stanno a cuore, come la partecipazione e responsabilizzazione dei cittadini, la mobilità (strategica in vista della variante), la creazione di una Lavis più a misura d’uomo». Si poteva fare di più, insomma, ma quali sono stati i principali ostacoli? Forrer cita ad esempio la mancanza a Lavis di un ufficio ambiente, che ha impedito di raggiungere alcuni obiettivi. «Anche nel settore cultura c’è da lavorare. In particolare l’ambiente deve essere inquadrato in una visione strategica culturale e non essere relegato ad aspetto settoriale». Tutto ciò si riflette nel rapporto tra amministrazione e cittadini, quindi sui servizi. «E a Lavis chi vuole differenziare la raccolta dei rifiuti - aggiunge Forrer - fa fatica: i cassonetti sono pochi e posizionati male». Una visione pragmatica, quella dei Verdi, che emerge subito se si chiede a Forrer quali sono le tre cose che il suo partito farebbe per prime se vincesse le elezioni. In testa c’è l’organizzazione della macchina del Comune», che - dice - «dev’essere più mirata e con competenze specifiche». La seconda consiste nel «portare avanti il parco fluviale» i cui lavori inizieranno in autunno, e la terza «l’attivazioe di un’Agenda 21, cioè di uno strumento di partecipazione che abbia tre oggetti di attenzione: economia, società e ambiente». Per questi comuni obiettivi è stato possibile trovare una “squadra” di persone disponibili a spendersi «in uno spirito di gruppo, in modo che questa esperienza diventi anche occasione di confronto». L’obiettivo minimo; in chiave elettorale, è riconfermare Marcon, assessore uscente a sport e ambiente, l’unico ad avere alle spalle un’esperienza di responsabilità diretta nelle istituzioni.
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